Il mio lock-down è iniziato il 24 febbraio scorso; dopo i festeggiamenti di un carnevale bardigiano, già "sotto-tono", mi sono chiusa in casa, anticipando le direttive del Governo. Complice la mia atavica ipocondria, oltre alla possibilità di aver contratto il virus in occasione della mia trasferta a Verona per il corso professionale sulle erbe officinali seguito dal 19 al 22 febbraio.
Non è stato facile. Certo, io e Stefano partivamo avvantaggiati essendo abituati ormai da 3 anni ad un isolamento di tipo fisico dalle altre persone... Ma il primo mese e mezzo è stato un'alternanza repentina di stati d'animo: scetticismo, incredulità, preoccupazione, risentimento, disperazione, consapevolezza, accettazione e reazione.
Credo di averli elencati tutti; entrambi lavoriamo in capo turistico da anni (tour operator/agenzia di viaggi/ guide turistiche/ambientali-escursionistiche e ricettività con il b&b); tutti lavori assolutamente azzerati non solo durante il Coronavirus, ma sicuramente anche nei mesi futuri.
Ora, non voglio lagnarmi, c'è chi ne ha decisamente più diritto di me; ma voglio scrivere per ricordare di come l'uomo, se costretto, sa adattarsi e reinventarsi. Io, ad oggi, ho un'abbronzatura che solitamente sfoggio da luglio in poi (certo... un po' da muratore, ma c'è!).
Ad eccezione dei pochi giorni di pioggia, la mia quotidianità è trascorsa all'aria parte, tra giardino, orto, bosco e gretto del fiume. Una manna dal cielo. Duplice. In primis, non mi sono mai sentita mancare l'aria, mai sentita "in prigione" e poi... finalmente, ho vissuto casa come la NOSTRA.
Non solo luogo lavorativo in quanto sede dei nostri uffici e b&b.
Sto lasciando crescere fiori di campo ed erbe spontanee senza l'assillo di avere un giardino "in ordine" e quotidianamente mi concedo la mia passeggiata di esplorazione da "storicagricola". Le mie conoscenze arboree migliorano di giorno in giorno.
Sto sperimentando il mio primo vero orto, grazie all'avventura di Azienda Agricola avviata qualche mese fa e mi sto dedicando a tanti piccoli/grandi lavoretti. Il più importante è il restauro della cappellina che insiste all'interno della nostra proprietà. Ma di questo vi parlerò domani.
Oggi, voglio scrivere della giornata di ieri. Quella in cui, finalmente, ho avuto la possibilità di incontrare "gente"! In questi mesi, infatti, sono uscita solo una volta... Quindi non ero veramente più abituata a vedere nessuno al di fuori di Stefano! Sono venuti a trovarci Davide e Camilla. Rispettivamente fratello di Ste e nostra nipote.
E' stata una bellissima giornata trascorsa in mezzo alla natura. Ci siamo inventati percorsi ginnici, abbiamo giocato a racchettoni e a tiro con l'arco, abbiamo passeggiato, raccolto alcune fragole ("zia, sono buonissime e dolcissime, sembra che ci sia sopra lo zucchero!) e dedicati alla costruzione di un sonaglio a vento fatto con il bambù.
Camillina si è improvvisata videomaker, realizzando un divertente filmato promozionale per il b&b.
Ecco il materiale fotografico e video prodotto nell'intera giornata.
Una data da mettere a sinistra, sul cuore, come cura all'angoscia e all'ansia che in tante notti (aihmè ancora oggi) mi tengono sveglia.
Anche questa è vita... ai tempi del coronavirus...
Camilla pronta ai blocchi di partenza! |
Slalom tra i cinesini |
Alleniamo l'equilibrio! |
Sempre più difficile! |
Cavallina! |
Si corre verso la fine! |
E ora canestro! |
#lefantasticheideedichiara! |
A ognuno il suo lavoro... |
Dopo la stuccatura (che ho fatto io) e la levigatura, vai di impregnante! |
Il momento del montaggio! |
La degna ricompensa: le fragole! |
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