lunedì 17 dicembre 2018

E' arrivata la neve!

E' arrivata la neve a Bardi! Stamattina abbiamo quindi deciso di non andare in ufficio a lavorare, ma di goderci il luogo in cui viviamo, finalmente imbiancato a festa!
Un'oretta di cammino che ci ha regalato silenzio e pace in mezzo alla natura!
Abbiamo diretto il pick-up verso la Val Noveglia e raggiunto la frazione di Gravago, suddivisa nelle sue tre località di Brè, Monastero e Pieve.
Dalla prima siamo giunti, attraverso un facile sentiero, all'ultima. Sono mesi che vorrei approfondire la storia di questi luoghi, rimasti quasi intatti poichè poco antropizzati. C'è un'atmosfera arcaica e selvaggia percorrendo alcuni di questi sentieri, facenti parte di uno dei cammini oggi più in voga: la Via degli Abbati, detta anche dei monasteri.

So di per certo, che qualcuno mi corregga se sbaglio, che la Val Noveglia (così chiamata dall'omonimo torrente, affluente destro del Ceno) fu occupata inizialmente dai Liguri, prima dell'arrivo nel II secolo a.C. dei Romani. E dove non sono arrivati i Romani?! Questi la assoggettarono al municipium di Velleia (questo nome mi riporta alla mente la tabula alimentaria traianea, un'iscrizione bronzea di epoca romana, rinvenuta proprio in quel territorio del comune piacentino di Lugagnano Val d'Arda, oggi conservata al Museo Archeologico, alla Pilotta di Parma).
Intorno al VI secolo qui sorse il monastero di ordine benedettino di San Michele Arcangelo, dedicazione che si riallaccia perfettamente alla sua fondazione di epoca longobarda. Infatti il cenobio viene inserito nell'elenco contenente altri monasteri in un privilegio (744) del re dei longobardi Ildebrando e forse è di quell'epoca la costruzione di un primo maniero difensivo.
Sbirciando in rete scopro che l'odierno Passa Santa Donna che congiunge Bardi a Borgo Val di Taro si chiamava valico di Sant'Abdon.

Agli inizi del XIII secolo tale territorio e quello che oggi definiamo "Castello di Gravago", rientrava tra i possedimenti dei Platoni, ma nel 1234 risultava appartenere al Comune di Piacenza. In seguito il maniero fu acquistato dal conte Ubertino Landi, che vi stanziò il congiunto Alberico Landi; nel 1268 i piacentini catturarono Alberico e costrinsero Ubertino, in cambio della sua liberazione, ad alienare il feudo per 700 lire piacentine al Comune di Piacenza, che a sua volta lo rivendette a Rinaldo Scoto al prezzo di 3000 lire. In risposta i Lusardi, alleati di Ubertino, riconquistaronoo il maniero e lo restituirono al Conte, che fu costretto a rifugiarvisi nel 1269 a causa della perdita del castello di Bardi; i piacentini, aiutati dai milanesi e dai parmigiani, attaccarono il castello, ma ne furono respinti da Ubertino, che negli anni successivi visse all'interno della casaforte a Brè, detta Caminata, (per la presenza di un grande camino) pianificandovi la riconquista della Val di Taro.

Alla morte di Ubertino, il feudo passò ai suoi eredi Landi, che ne mantennero il possesso fino al 1687, quando i conti Platoni di Borgo Val di Taro ne acquistarono i diritti.

Nel 1772 il duca di Parma Ferdinando di Borbone ingiunse al conte Carlo Platoni di lasciare Gravago, per ritirarsi a Borgo San Donnino; in seguito all'abolizione napoleonica dei diritti feudali del 1805, il territorio fu annesso al Comune di Bardi. Queste notizie sono pubblicate su diversi siti on line e guide locali e rendono veramente suggestiva la camminata che abbiamo intrapreso oggi.

Non resta altro che dirvi di venire in Valceno, soggiornare da noi e ricevere "dritte" per compiere passeggiate o ciaspolate...

Ecco a voi alcune immagini!

© Chiara

Magie di neve

Ruderi del Castello di Gravago

La segnaletica ben visibile

Ci si incammina!

Che meraviglia!

Passeggiando e ammirando

Foto-ricordo

Torrente Rosta



Il lavatoio di Pieve di Gravago

Le rovine del castello di Gravago

Opere d'arte della natura

Chiesa dei Santi Vito Modesto e Crescenzia, detta Pieve di Gravago


domenica 9 dicembre 2018

Città d'Umbrìa e Monte Barigazzo = serenità

Lo sappiamo, vi siamo un po' mancati!
E' da settembre che non vi raccontiamo un po' di noi, di Bardi, della Valceno, degli Appennini e del nostro mulino... Diciamo che sono stati mesi difficili, per aspetti privati...
Nel frattempo sono accadute molte cose; il b&b è stato aperto un po' a intermittenza, ma ora siamo tornati operativi al 100% e nelle nostre testoline -la mia soprattutto- fremono i neuroni con mille progetti e novità da attuare!

Abbiamo deciso di proseguire la nostra conoscenza del territorio... Da quest'estate avevamo una meta che solo oggi, complice la giornata tersa e discrete temperature, abbiamo raggiunto: il Monte Barigazzo! Prima però abbiamo fatto tappa alla "Città d'Umbria" e a quel poco che resta di un luogo leggendario…

“Giace sepolta la città d’Umbrìa il più gran tesoro che al mondo sia”: così recita una vecchia filastrocca, destinata all'oblio se non più tramandata dalle nuove generazioni...

Non ho ancora avuto il piacere di leggere un volume, curato da Manuela Catarsi, archeologa della soprintendenza dell’Emilia Romagna la quale, sulla base dell’esame delle murature resistite ai secoli, identifica i ruderi presenti a tracce di un fortilizio bizantino, risalente al VI-VII secolo d.C.

Una delle prime volte in cui mi sono imbattuta in questa storia, tra mito e leggenda, è stato quando sfogliai in biblioteca a Bardi il volume “Descrizione degli Stati e feudi imperiali di Val Taro e Val Ceno”, patrocinato da Federico II Landi (1617). Qui vidi una raffigurazione, sicuramente fantasiosa, ma decadente e caratterizzata da ruderi di questa località dal nome assai curioso... Oggi, prima di passeggiare lungo ciò che rimane di una probabile cinta muraria con torre a carattere difensivo, siamo giunti da Tosca attraverso boschi di faggio ad alto fusto, fino ad un pianoro dove molti esemplari  piuttosto antichi risultano capitozzati, pratica utilizzata fino all'inizio del secolo scorso per favorire il pascolo in un bosco rado (pascolo alberato). Da ciò deriverebbe il toponimo Umbrìa (= Ombra; luogo ombroso; meriggio per le pecore). (cit. sito CAI di Parma).

Che questa città fosse custode di grandi tesori fu certo la causa nel favorire l’interesse di moderni "Indiana Jones", tombaroli e archeologi. Tra questi il tedesco-americano Alexander Wolf, che vi si avventurò nel XIX secolo. La sua figura affascinò sicuramente i valligiani, tanto da entrare nel folklore locale. Si racconta di questo straniero, alla ricerca del tesoro con una bacchetta magica e di tesori mai trovati... Io e Ste ci siamo un po' guardati intorno e il tesoro che abbiamo trovato è stata una natura strepitosa, anche quando siamo saliti verso la cresta nord del Barigazzo e più in su fino alle chiesa. Ho scoperto che l'area rientra nei S.I.C., vale a dire Siti di Interesse Comunitario dell'Appennino. So che ogni anno, presso la chiesa della Madonna vengono organizzate diverse sagre e feste estive, tra cui quella di Ferragosto. Abbiamo incontrato due amici della Valtaro e un'altra coppia con cani al seguito. Per il resto fruscio continuo degli alberi e quiete assoluta.

Anche questa meta verrà annoverata nelle gite che vi consiglieremo se pernotterete al nostro b&b! La potrete raggiungere a piedi, in MTB e persino a cavallo, come la cartellonistica suggerisce.

© Chiara












































lunedì 10 settembre 2018

Il Festival della biodiversità a un'ora da Bardi

La stanchezza di questa lunghissima stagione turistica ci sta mettendo a dura prova.

Non conosciamo le parole "riposo" e "ferie". Quando non lavoriamo in ufficio per star dietro a 1000 preventivi, o non ci occupiamo direttamente del bed&breakfast con pulizie, bucato e ferro da stiro, è la volta... SEMPRE del giardino!

Sabato ci siamo dedicati a motosega e bindello e ieri mattina siamo andati avanti col riempire la legnaia e, complice le pioggie giornaliere, abbiamo ancora tagliato l'erba!

Ma... il programma del week-end 8/9 settembre era già stabilito da tempo... Ci avrebbe atteso RURAL a Rivalta di Lesignano de' Bagni.

Ma facciamo qualche passo indietro... Sapete vero che io e Stefano siamo lombardi? (Anche se a lui piace sempre sottolineare che ha 50% sangue emiliano, essendo suo padre originario di Borgo Val di Taro)

... Bene, da ex lombardi, non abbiamo di certo mai avuto in casa l'affettatrice - ora da emiliani acquisiti, certo che sì!- ... e quindi, quando si acquistava dell'affettato o si andava al banco e si ordinava oppure, visto il tempo sempre tiranno, si acquistavano le mitiche vaschette...

Di quale marca? Semplice: "Rosa dell'Angelo". Una volta trasferitici in terra emiliana, non potevo non andare alla ricerca dell'azienda e, complice anche il mio ruolo di tour operating per Travel-Lab, sono finita dal "prosciutto Bar", alle sale di stagionature di Prosciutto di Parma e Culatello, per poi finire in "fattoria". E' qui che da due anni si tiene il RURAL FESTIVAL, vale a dire la festa della biodiversità agricola.

Questa ricerca di individuare e preservare le diverse varietà animali e vegetali incontra alla grande il mio modo di pensare. Io che odio l'omologazione e che sono fanatica di tradizioni e peculiarità, soprattutto a livello antropologico. Vale a dire... paese che vai, usanza che trovi.

Beh, a Rural tutto ciò è stato possibile. Avevo già fatto l'incontro con la vacca Valtarese, il cavallo Bardigiano, il maiale nero, la patata Quarantina, il pomodoro Riccio di Parma ma... vi giuro, che di fronte all'uva Termarina, mi sono commossa! Sindrome di Stendhal anche qui e non solo all'interno di musei e davanti a opere d'arte. La natura è un'opera d'arte.. meravigliosamente variegata! E io ormai sono diventata proprio "agricola", come dice il mio amico Luca...

Ascoltare allevatori e agricoltori che parlano con tanta passione è stato meraviglioso. Piccoli ma, , grandi produttori! Io e Stefano ce la siamo proprio goduta; abbiamo mangiato e bevuto, ascoltato del fantastico jazz, ci siamo sdraiati sui covoni di fieno (mi sono sentita dentro a un quadro di Van Gogh), abbiamo passeggiato tra la canapa, applaudito al superbo spettacolo dell'Associazione del cavallo bardigiano, riso di fronte agli animaletti e constatato la grandezza di un grande imprenditore.

L'appuntamento è quindi al prossimo anno. Non mancheremo di raccomandare ai nostri ospiti questo meraviglioso evento... a sola un'ora e un quarto dal nostro b&b!


© Chiara
 



Meraviglia di trattori rossi!

Ne voglio uno!

Un'immagine bucolica

Le sfogline!

Buonoooo

Se sapessi sferruzzare...

Cappelletto take away!

E beviamolo un bicchiere... anzi una bottiglia!

La Palu griffata Rural!

Musica d'atmosfera

Attimi rubati

MUUUUHHHH

Ormai siamo super fans!

Cavallo Bardigiano!

Morbidissima

Maiali neri piccoli piccoli

Calanchi, la mia passione!

Ottimo Lambrusco by Lamoretti, in 100% Parma & Valleys

Amici! Chiara e Federico e le loro patate Quarantine!

Mezzi di locomozione a confronto...

Quante mele conoscete?!

Un uomo con una passione inimmaginabile!

Una "signora" pesca!


Aria di casa... Anch'io voglio il mio uliveto al mulino!

Lo conoscete il Fortana di Taro?

Spettacolo Fil con cavalli Bardigiani!