mercoledì 1 maggio 2019

Cantamaggio 2019

Ieri sera una persona che conosco ormai da una decina d'anni mi ha detto: "Ormai ti sei ambientata proprio bene a Bardi"! E' stato un gran complimento per me, caduto a fagiolo dopo une recente scoppola e pesante delusione ricevuta proprio da un "autoctono" che mi ha urlato in faccia "Cosa ne vuoi sapere, tu che sei di via!"

Invece, NOI DI VIA, se invitati a far parte della comunità, possiamo dare tanto, perché abbiamo occhi nuovi e disincantati per osservare una realtà tanto diversa da quella da cui proveniamo e inserirci con il nostro bagaglio di sapere e di fare.

E' il terzo anno consecutivo che prendo parte a una delle tradizioni più belle di questa terra, il Cantamaggio. Una festa per tutti coloro che si augurano una primavera e un'estate ricca di frutti. Si canta e si suona con l'auspicio che Maggio porti temperature miti e raccolti rigogliosi, in una parte di Appennino in cui, solo due giorni fa, ha ancora nevischiato su alture di 900-1000 metri s.l.m.

Ieri sera abbiamo ritirato fuori i nostri cappelli di paglia e il foulard a fiori, dono di Paola di due anni fa. Stefano ha recuperato una bottiglia di rosso dalla cantina e la sua chitarra, io ho colorato le mie labbra con il rossetto più vivace e  ho colto margherite per decorare taschini di giacche e cappelli. 

Alle 20.15 ci siamo diretti a Credarola, per la precisione a Sarizuola, dove ha inizio il giro. Intimiditi da un gruppo di oche "da guardia" siamo entrati nella splendida sala voltata in sasso di Luigi e della sua famiglia. Pian piano sono arrivati tutti! Claudio, il mitico Pres, con la sua fisarmonica e la moglie Anna, i fratelli Tassi, la voce più alta di tutti Andrea, i mitici gemelli Belli, Gianpietro, Gabry e Ile e tutti gli altri. 
Dopo qualche bicchiere di buon vino, focaccia e salumi, si inizia a intonare la prima canzone. Il refrain verrà ripetuto ad ogni tappa del nostro tortuoso percorso. Dai Gabriellini ai Pilati, fino a Scopolo. 

E' sempre commovente vedere generazioni diverse unite dalla tradizione della festa. Si suona, si canta, si improvvisa qualche passo di liscio, si donano rose rosse alle donne che ci accolgono a fianco di mariti, figli o nipoti, offrendoci torte di patate o pizze appena sfornate e dolci di ogni genere. Non manca mai anche una moka con caffè rovente per scaldarci un attimo e riprendersi da quell'umido che ti entra nelle ossa! 

Alcune frazioni di Bardi sono veramente distanti da ogni comodità. E' affascinante constatare che, nonostante il trascorrere del tempo e l'avvento di modernità e agii, ci sia qualcuno che decida di rimanere radicato a uno stile di vita demodé, ma così romantico. Anziani che vivono soli all'interno della propria casa in sasso, immersa nel silenzio e nella natura più vera. Che poesia!

E così tra canti degli Alpini e revival anni '70-'80, oltre a strofe tradizionali del Cantamaggio, con la "GALEINA", arrivo sfinita a 2 tappe dal termine del giro. Sono le 3 di mattina e io sono ko. Complice anche il freddo e la stanchezza degli ultimi 15 giorni di fully booked al b&b. Nostro malgrado abbandoniamo il gruppo e torniamo a casa. L'indomani mattina siamo di corvé per le colazioni. Ci meritiamo almeno 6 ore di sonno.

Questa tradizione è meravigliosa e la porto nel cuore. Anche se non sono Bardigiana "del sasso", i miei compagni del gruppo Cantamaggio di Credarola, mi hanno accettata come una di loro, anche se la mia pronuncia lombarda stride con le vocali chiuse del dialetto locale...

Ma è da ieri sera che ripeto OUVU!!!! ahahahahah

© Chiara