Il buon proposito per questo 2019 è alternare il dovere al piacere...
Ogni giorno ci prefissiamo nuovi progetti da perseguire e traguardi da raggiungere, ma non si può solo lavorare! D'altronde il nostro "cambio di vita" è stato dettato dal desiderio di migliorare il nostro "lifestyle"! Ecco perché, dopo un sabato trascorso a colpi di motosega e rastrello, ci siamo concessi una domenica di gita fuori porta (anche perché stamattina la mia schiena gridava "pietà"!)
La meta prescelta è stata Varese Ligure. Perché mai, ci chiederete voi?!
1. Perché in due anni di vita in Appennino, quando dicevamo "Veniamo da Varese", tutti pensavano alla Liguria e non alla Lombardia.
2. Perché l'anno passato, in occasione del "Cantamaggio" di Beverino, Stefano era passato di lì e ed era rimasto colpito da qualche architettura.
3. Perché il paese è "Bandiera Arancione del Touring", vale a dire uno dei borghi più belli d'Italia.
Dal nostro b&b i km sono poco più di una 70ina, ma i nostri ospiti dovranno affrontare due passi: il Colla e il Cento Croci. Suggeriamo a chi soffre l'auto di "spezzare la giornata" in due. In 35 minuti circa arriverete a Compiano, altro borgo più bello d'Italia. Visitate il Castello (che fu sempre dei Principi Landi di Bardi) e magari pranzate ai Panigacci. A seguire riprendete l'auto e in 20 minuti circa sarete sul Passo Cento Croci. Oltrepasserete di poco i 1000 metri di quota e raggiungerete il confine tra Emilia (comune di Albareto) e Liguria (comune di Varese Ligure), tracciato dell'antica via del sale, dove si apre la Val di Vara, famosa per la produzione biologica di formaggi, farine e carni.
Alla nostra curiosità circa il nome del passo, viene incontro Wikipedia.
Cit. Fra le antiche storie, la più conosciuta è quella che ricorda una banda di briganti che operava lungo il crinale appenninico e che avrebbe ucciso, durante le sue feroci scorrerie, più di cento viandanti: da qui le corrispondenti cento croci messe come monito e rimaste nel nome del valico.
Al Passo di Cento Croci, sorge un imponente e importante monumento dedicato ai partigiani caduti nel corso della seconda guerra mondiale appartenuti alla brigata Cento Croci, formazione partigiana che sul finire del gennaio 1945 si scinde in due distinte formazioni, la brigata garibaldina Cento Croci operante nelle spezzino, e il raggruppamento brigate della Vecchia Cento Croci operante nel parmense.
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Oltre alla presenza di pale eoliche, ciò che ci ha colpito è un ambiente quasi alpestre, caratterizzato da praterie e da una rada vegetazione che si trova, più che altro, a quote ben maggiori. Il panorama è notevole e lo sguardo può abbracciare numerose vette. Da qui, in 20 minuti, si arriva a Varese Ligure.
Il centro storico non è molto esteso, ma abbiamo apprezzato il tracciato suggerito da adesivi di diverso colore posti per terra che ci indicavano il percorso da svolgere, punteggiato da cartelli con brevi descrizioni bilingue dei monumenti e delle maggiori attrattive.
Ho deciso di annoverare Varese Ligure tra le destinazioni da suggerire ai miei ospiti per il rimando Landi/Fieschi che qui si trova. E' tardo quattrocentesca difatti l'aggiunta di una seconda torre al castello, costruita nel periodo di dominazione dei principi piacentini.
L'elemento che mi ha maggiormente interessata è stata la lungimiranza della famiglia feudataria dei Fieschi che anticipò di secoli l'idea di un "piano regolatore" a livello urbanistico e che commissionò una sorta di cittadella ideale di forma ellittica (il Borgo Rotondo), adiacente proprio al castello, dimora signorile.
Proseguendo la nostra passeggiata abbiamo attraversato il bel ponte 500sco ad un'arcata che attraversa il torrente Crovana e conduce al quartiere Grecino, per poi ammirare la bottega di un artigiano intagliatore di stampi di croxetti, alcuni negozi storici e ristorantini.
Dopo un breve passaggio al mare (Moneglia) abbiamo fatto rientro a casa, passando da Bedonia e deviando verso Fontanachiosa, dove Diego e Marzia hanno ristrutturato una cascina trasformandola in una accogliente "merenderia". A tutte le ore (nei giorni di sabato e domenica e su richiesta contattandoli telefonicamente) vengono somministrati piatti di salumi, formaggi freschi (di loro produzioni), torte salate (erbe, patate...) e meravigliosi dolci. Noi abbiamo optato per questi ultimi. Frittelle di farina di castagne e crostate, accompagnate da un bicchiere di vino (in realtà due!).
L'impegno di chi crede nel territorio e "scommette" nonostante le difficoltà del vivere tra i monti, mi commuove. I due ragazzi sono gioviali e "alla mano". Ci si sente a casa. Sarà stato il sasso, le travi in legno e quel sapore di "antico" che ci ha ricordato il nostro mulino...
Sono le 18.00! E' ora di tornare a casa dai nostri micioni. Ma lo facciamo conservando nel cuore e negli occhi le cose belle di questa giornata.
© Chiara
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