In una delle rare giornate di tempo buono che questo inverno ci sta regalando (oh, che nostalgia delle giornate fredde e terse dell’inverno 2016/2017!) abbiamo deciso di concederci una facile ma appagante passeggiata in Appennino.
Non essendo ancora esperti conoscitori dell’area, ma avendo la fortuna di poter contare su una Guida Ambientale Escursionistica esperta nelle immediate cerchie parentali abbiamo chiesto suggerimento e, oltre alla “soffiata” ci è arrivato anche l’accompagnamento, con la scusante di andare a cercare un sentiero per modificare un itinerario già conosciuto.
Trasferimento (non) di buon’ora dalla Valceno alla Valtaro, piccolo brief per verificare l’assoluta mancanza di alcuni requisiti tecnici indispensabili (vd. una bottiglietta d’acqua, per esempio) e si parte alla volta di Belforte, piccola frazione nel comune di Borgo Val di Taro. Luoghi da noi già conosciuti ma mai esplorati e che possono davvero riservare piacevolissime sorprese storico-artistiche e naturalistiche.
Lasciata l’auto poco oltre l’abitato de “La Pietra” si accede al bosco attraverso una facile strada carrozzabile e, da subito, l’interazione uomo-natura regala interessanti scorci, con essiccatoi per le castagne in stato di abbandono ma contenenti pregevoli spunti costruttivi; la nostra meta sono state le cascate del torrente Cogena, che scende dalle pendici del Monte Molinatico e corre (in alcuni tratti molto speditamente) a tuffarsi nel fiume Taro: noi siamo riusciti a raggiungere tre differenti “balzi” percorrendo talvolta sentieri segnati ma, più spesso, tracce lasciate dal passaggio degli animali, difficile da riconoscere ed individuare ad un turista-camminatore poco esperto.
La portata d’acqua del torrente, complice anche l’inverno piovoso e qualche nevicata dei giorni scorsi, ci ha permesso di godere delle spumeggianti e fragorose cascate che arricchiscono un ambiente già di per sé selvaggio perché palesemente non contaminato dalle grandi orde di camminatori.
Una temperatura mite che in alcuni tratti ci ha costretti a togliere il primo strato di vestiti (non) tecnici che avevamo indossato ed una piacevole compagnia “chiacchierina” di una bimba di 8 anni allenatissima al dislivello hanno coronato una giornata di pausa dal nostro lavoro.
© Stefano
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