lunedì 28 dicembre 2015

Home sweet home - 2

E' che non so bene da che parte si cominciano, certe cose.
E' che sono tante le cose da fare e per nessuna di queste ho esperienza: si cerca di fare un "piano d'azione" nella speranza di inanellare una serie di scelte che ci permettano di realizzare quello che vogliamo, sbagliando il meno possibile.
C'è un po' di paura, ora che si passa quella catena con la scritta "Proprietà Privata" sapendo che questa proprietà è la nostra.
La paura delle tante cose da fare e del non poter sapere se ce la faremo. Ma è più forte la voglia di cominciare e, sul nostro foglio delle "cose da fare", ora, vogliamo subito smarcare, depennare, la prima voce: sopralluogo con boscaioli per messa in sicurezza dell'area. 
Saranno queste le cose delle quali mi dovrò occupare e ne sono orgoglioso. 
Ho sempre desiderato una casa che parli anche di me e non vedo l'ora di poter vedere qualche progresso. Non vedo l'ora che gli spazi che abbiamo sognato, per noi e per le persone a noi care, comincino a prendere forma.
Ho visto, negli anni scorsi, mio padre ed i miei zii organizzarsi e collaborare per migliorare lo stato di un'altra casa su questo Appennino; ho visto, pochi mesi fa, mio fratello alle prese con scelte importanti e lavori pesanti per la sua nuova casa. 
Ora tocca a me. Ho preparato la borsa coi vestiti vecchi, pronti per essere sporcati, strapazzati ed intrisi di sudore e felicità.

© Stefano



Home sweet home - 1

Finalmente si va a casa!
Io e Stefano aspettavamo questo giorno con grande impazienza. Poter togliere la catena all'ingresso della proprietà, impugnare il mazzo di chiavi e varcare la soglia non più da estranei, bensì da proprietari! Questa mattina l'emozione è stata tanta. Appena parcheggiato a ridosso del fiume, non ho potuto trattenere le lacrime. Finalmente il mulino è nostro ed eccoci qui a iniziare il lungo percorso che ci porterà al trasferimento.
Ci cambiamo (abbiamo portato con noi tuta e maglioni malandati), indossiamo i nostri guanti nuovi da lavoro (regalo di Natale di Stefano) e iniziamo a guardarci intorno. Da dove cominciare?
Io non vedo l'ora di toccare con mano i due tavoli e la cassapanca di legno, unici mobili contenuti all'interno di alcune stanze. Mi vedo già tra qualche mese alle prese con la mia nuova levigatrice (altro regalo di Ste) a ridare vita a questi arredi carichi di storia.
E così, in meno che non si dica svuotiamo completamente la struttura da resti di legni, ferri, bottiglie di vetro e alcune porte. Che meraviglia! Insieme a quelle recuperate dall'ex proprietario sono proprio 6, il numero che serve a noi! Altro lavoro per la mia levigatrice. "Le faremo decapate bianche". Tutto ciò che possiamo recuperare viene messo nell'ex stalla.
La prima giornata di lavoro sarà indimenticabile. Un sole tiepido ha addolcito la fatica, il color argento del Ceno al tramonto è già familiare e il suo fluire in lontananza è musica.
Al termine della manovalanza decidiamo di fare un "giro nella nostra tenuta". Ci rendiamo conto di avere tanto terreno. Un bel prato pianeggiante e diversi sentieri nell'area boschiva che vogliamo recuperare. Ci sarà da rimboccarsi le maniche... ed io non vedo l'ora!

© Chiara




giovedì 3 dicembre 2015

Finalmente proprietari

Le poche parole pronunciate, durante il viaggio in auto verso BorgoTaro, lasciano trapelare una apprensione che si era cercato di "insabbiare" negli ultimi giorni. Le imprecazioni per la consueta coda lungo la tangenziale milanese servono a scaricare un po' di questa tensione...
La nebbia si dissolve, quasi a supportare la nostra idea che ci stiamo trasferendo in una zona dove staremo meglio, appena iniziata l'autostrada che conduce verso le colline e le montagne tra Parma e La Spezia ed un tiepido sole ci riscalda fuori e dentro, aiutato dalla morbidezza del paesaggio e dai colori di questo inverno così anomalo.
L'appuntamento con l'architetto, preso "per il rotto della cuffia" ma che ci permette di definire alcuni dettagli importantissimi, ormai urgenti, e via verso lo studio notarile.
Un'accoglienza assolutamente informale e ci troviamo di fronte ad un notaio giovane, dinamico e molto attento a farci comprendere ogni minimo dettaglio di quanto riportato nelle numerose pagine del contratto di compravendita. Il consueto silenzio, prerogativa di un certo timore di poter perdere anche solo qualche passaggio importante della lettura del testo e, alla fine, lo scambio vero e proprio: le chiavi della nostra futura casa sono nelle nostre mani.
Due mazzi di chiavi, disordinati, con chiavi di varie fogge: lunghe, corte, con la "testa" tonda, rettangolare, alcune incappucciate in plastica colorata; una sola è a parte, inanellata in un portachiavi arancione con sopra scritto: Mulino Carpana - Bardi.
E' nostro. E' la nostra vita futura.

© Stefano e Chiara