martedì 23 febbraio 2021

Bisogna continuare a viaggiare!

Tra i tanti aspetti positivi che ci sono quando si gestisce un B&B c'è, sicuramente, quello di poter scoprire dagli ospiti che esistono posti belli anche a poca distanza da casa. Con il periodo che stiamo vivendo e le restrizioni imposte dal governo, al B&B stanno arrivando unicamente persone della nostra regione e, quindi, si possono scoprire destinazioni da visitare anche in giornata. 

E, noi, nel tentativo di dedicarci qualche ora di "normalità" abbiamo voluto ascoltare il suggerimento di un nostro caro ospite ed andare a visitare il piccolo borgo di Vigolo Marchese, frazione di Castell'Arquato, dove il tempo pare essersi fermato ai primi anni del XII secolo, quando le splendide architetture religiose, tutt'oggi visibili e visitabili, furono costruite: un battistero ed una chiesa, entrambi dedicati a San Giovanni, che sembrano essere rimasti indifferenti al passare dei secoli. Attraverso questi due piccoli ma preziosi monumenti (viene citata la coeva presenza di un monastero, del quale si possono leggere solo alcuni resti) ammiriamo la maestria delle tecniche costruttive del periodo romanico, con le sue forme semplici e, talvolta, grossolane; l'utilizzo sapiente della pietra locale e del mattone, così frequente nei monumenti delle pianure italiane; l'uso delle finestre, piccole aperture che regalano agli interni una luce tenue e spirituale. 

Entrambi, seppur spogliati degli arredi originali e privati dal tempo delle loro decorazioni murali, meritano di essere visitati e studiati, perché raccontano le vicissitudini di un territorio di passaggio tra la pianura e i colli, come testimoniato bene anche dalla vicina "pusterla", termine prettamente lombardo che identifica una costruzione atta alla riscossione dei dazi per il passaggio di uomini e merci. 

Oggi questa pusterla, questa porta di accesso ai colli e, quindi, alle vie che dirigono al mare, è una piccola ma curata azienda vinicola, dove vengono prodotte praticamente tutte le varietà vinicole dei colli piacentini. Vale certamente una visita sia per la struttura e i gioielli in essa racchiusa (il paliotto in scagliola sull'altare dell'antica cappelletta) sia per la qualità dei vini prodotti, tutti in degustazione grazie alla paziente spiegazione del Sig. Eugenio, titolare della cantina. 

In ultimo, ma non meno importante del resto, un piccolo dono che ci si può fare, è quello di rientrare a casa con una bella torta di Vigolo da gustare con una bella tazza di tè fumante: una buonissima pasta frolla ricoperta di ottimo cioccolato, la cui ricetta antica resta un segreto della Pasticceria Perazzi. 

Ecco, da una piccolissima gita fuori porta durata poche ore, si torna a casa arricchiti dal bello che si è visto e dalla consapevolezza di aver trascorso qualche ora di normalità in un periodo che ha stravolto così profondamente le nostre giornate. 

Per questo bisogna continuare a viaggiare. 

© Stefano




















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