Delle passeggiate nei dintorni del nostro B&B penso che questa sia quella che mi appaga maggiormente: la salita al Pizzo d’Oca partendo da Monastero, località della frazione di Noveglia, è un piccolo parco giochi per gli appassionati dell’hiking. Il percorso, circolare, è praticabile da tutte le persone con un minimo di allenamento (per i meno allenati potremo suggerire un percorso più breve ma sempre soddisfacente) e garantisce una varietà di ambienti e situazioni che non tradiranno le vostre aspettative: comodi sentieri all’ombra dei boschi, emozionanti passaggi panoramici, emergenze architettoniche e interessanti incontri botanici si susseguono sia durante la tratta di salita (non troppo faticosa) che la discesa (mai impervia, solo un po’ fastidiosa nel tratto finale, a causa della pendenza su carrareccia acciottolata).
Il Pizzo d’Oca è la vetta che, quando gli ospiti soggiornano al nostro B&B, hanno sempre davanti agli occhi. Una vetta non altissima (1004 metri slm) ma dalla quale si gode una magnifica vista sulla valle del torrente Ceno e sulle sue laterali, in primis la Val Noveglia, oltre al gruppo del Monte Lama ed all’immancabile fortezza dei Landi, simbolo del nostro territorio.
Interessantissima la flora, come in tutta la nostra zona, ricca di numerosi esemplari di orchidee spontanee, castagneti secolari e sconfinati boschi di querce, così come la parte geologica, dato che una buona parte dell’itinerario ricalca i percorsi tracciati secoli fa per trasportare le lastre di arenaria dalla zona sommitale alla valle e tutt’oggi disseminati di “scarti di lavorazione” e cumuli di bellissime pietre mai recuperati, forse per l’avvento di tecniche costruttive moderne e meno poetiche. Il tragitto è davvero divertente, da affrontare anche con una visione storica di ciò che doveva essere la vita in queste zone fino a qualche decennio fa, dato che la presenza di qualche manufatto di lascia intendere che queste fossero aree importanti per tutto l’areale, sia sotto il profilo economico che sociale, dato che su questi rilievi si percorre anche una porzione della famosa Via degli Abati.
Insomma, un bel giretto da affrontare, scarponi o scarpe da trail ai piedi, per mettere nel proprio bagaglio culturale un’esperienza di tutto rispetto.
© Stefano
È troppo tempo che non aggiorniamo il nostro blog di vita emiliana. Non certo perché manchino storie da raccontare, quanto per penuria di tempo. Ora come ora non voglio ancora "tirare la somme" di questo funesto 2020, mettendo nero su bianco bilanci e considerazioni... E non è neanche detto che deciderò di farlo. Vorrei invece raccontare di una delle poche passeggiate fatte in questo autunno. Io non sono decisamente più allenata, e quindi.. se ce l'ho fatta io, direi che è un'escursione alla portata di quasi tutti, soprattutto nella variante breve che parte dai bei muretti qualche km dopo aver superato l'abitato di Brè.
Diversi sono i tronchi maestosi di piante di castagno, a cui fanno da eco faggi, querce, e altre specie arboree. La parte del "leone" spetta sicuramente alla formazione geologica. Non a caso i Principi Landi attivarono una cava per l'estrazione di lastre e blocchi di arenaria per la decorazione del Castello di Bardi che, proprio a cavallo tra '500 e '600, si trasformò da fortezza a residenza nobiliare.
Infatti è proprio la vetta, con i suoi "denti" l'area più spettacolare, con larghe lastre che fungono da naturali balconi panoramici sopra i quali molti camminatori hanno lasciato incisi nomi, date e pensieri... La vista è davvero mozzafiato. Anche questa vetta, insieme al Pelpi e al Barigazzo è tra le destinazioni che vi suggeriamo di raggiungere per sgranchirvi le gambe e dedicarvi ad un turismo lento e green, quando soggiornerete da noi!
© Chiara
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